giovedì 18 gennaio 2007

La scienza interessa agli artisti?

Qual è il pubblico più difficile per chi parla di scienza? Forse gli artisti, perché l'arte è considerata il campo del sapere più lontano dalla scienza.

Ho chiesto se agli artisti interessi la scienza a un critico d'arte, il mio amico Michele Tavola, che oggi ospito come guest blogger. Attualmente vive e lavora a Parigi. Collabora dal 1999 con Radio Popolare come esperto d'arte. Ha preso parte alla realizzazione della mostra Picasso Illustratore, a Milano dal 22 febbraio 2007.

L'opinione di Michele è interessante perché, nell'ambito dell'iniziativa Storia e Scienza a Brera, si è occupato dell'influenza delle scoperte astronomiche sulla rappresentazione artistica. Ha esposto questo lavoro nel saggio Le osservazioni astronomiche nella rappresentazione artistica del Seicento, pubblicato nel volume I cieli di Brera - Astronomia da Tolomeo a Balla.

Ecco dunque l'intervento di Michele Tavola - Paolo Amoroso

Mi è spesso capitato di sentire persone indubitabilmente di alta cultura -- magari capaci di parlare cinque lingue, tradurre a prima vista dal greco antico e dal sanscrito o di citare brani della Divina Commedia a memoria -- vantarsi di non sapere cosa sia un integrale, di avere sempre detestato la matematica e di non capire assolutamente nulla di fisica. Questo perché in Italia raramente la scienza viene considerata cultura e, di conseguenza, viene generalmente ritenuta lontanissima o, addirittura, antitetica all'arte.

Per rendersi conto di quanto questo luogo comune sia falso è sufficiente guardarsi intorno, oggi, o guardarsi indietro, nel corso dei secoli passati.

Tra i miei lavori ho avuto l'opportunità e il piacere di studiare l'influenza delle scoperte astronomiche sulla rappresentazione artistica. È emerso in maniera evidente che nel periodo della Rivoluzione Scientifica molti artisti hanno prestato particolare attenzione all'attività degli astronomi: il motivo va individuato nel fatto che la rivoluzione copernicana ha radicalmente cambiato la posizione dell'uomo nell'universo, mettendo in crisi teorie e sistemi di pensiero ritenuti validi per millenni.

Tali scoperte, infatti, non sono rimaste confinate in ambito strettamente scientifico, ma hanno avuto una ricaduta diretta su svariati ambiti del sapere e sulla vita politica e sociale (basti pensare alla reazione spesso violenta della Chiesa, alla condanna di Galileo e alla sorte toccata a Giordano Bruno, pensatore libero e geniale). È facilmente comprensibile che in quell'epoca gli artisti fossero affascinati e interessati a eventi che condizionarono tanto profondamente la società e la vita dell'uomo.

Oggi, la nostra vita è fortemente condizionata dalla tecnologia. Oggetti elettrici ed elettronici scandiscono le nostre giornate, sul lavoro e nel tempo libero. iPod, computer, lettore DVD, automobile, metropolitana, aereo. L'osservazione è talmente banale ed evidente che risulta inutile dilungarsi in esempi. È altrettanto logico e consequenziale che molti artisti contemporanei abbiano fatto della tecnologia lo strumento o l'oggetto del loro lavoro.

È praticamente impossibile stilare un elenco dei numerosissimi artisti che negli ultimi trent'anni hanno utilizzato le invenzioni scientifiche di ultima generazione per esprimersi (video, computer, luci al neon, materiali e vernici sintetiche, ecc.) o che, nelle loro opere, hanno trattato soggetti di argomento scientifico.

Gli artisti, da sempre e in particolare ai giorni nostri, si sono interessati e si interessano alle scoperte scientifiche e alle innovazioni tecnologiche quando queste condizionano la vita quotidiana. Oggi molte branche della ricerca scientifica influiscono sulle scelte politiche, economiche ed etiche degli Stati e degli individui. È tanto naturale quanto inevitabile che, sempre di più, gli artisti si rivolgano alla scienza come fonte di ispirazione.

Michele Tavola